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Un legame silenzioso ma costante, nato nei primi anni ’50 e mai interrotto: è quello tra la Società di San Vincenzo De Paoli di Cuneo e la Casa Circondariale del Cerialdo, protagonista dell’incontro “La cura dentro le mura” svoltosi venerdì 24 ottobre al Centro Incontri della Provincia di Cuneo.

Durante l’appuntamento, la direzione del carcere ha donato ai Vincenziani un mosaico raffigurante il logo dell’associazione, realizzato dai detenuti con il supporto tecnico della Scuola Edile di Cuneo, come ringraziamento per la donazione di un ecografo Mindray MX5 destinato all’infermeria dell’istituto penitenziario. Il gesto rientra nelle celebrazioni del 170° anniversario della presenza della San Vincenzo in città (1855-2025).

Un incontro di confronto e memoria


All’iniziativa hanno partecipato numerosi rappresentanti del mondo carcerario: il direttore Domenico Minervini, l’educatore Gaetano Lucio Pessolano, il responsabile sanitario Pasquale Clemeno, la direttrice sanitaria per le carceri dell’Asl Cn1 Gloria Chiozza, il responsabile della medicina penitenziaria Giuseppe Bafumo e il garante dei detenuti Alberto Valmaggia, insieme a delegati di associazioni e istituzioni che operano all’interno della struttura.

Tra gli interventi, quello in videocollegamento di Antonella Caldar, responsabile nazionale del Settore Carcere e Devianza della San Vincenzo, e di Franco Prina, che ha ripercorso mezzo secolo di riforme penitenziarie, mentre Valmaggia ha posto l’accento sul ruolo del territorio nel garantire diritti e opportunità ai detenuti.

Per l’occasione è stata allestita anche la mostra fotografica “I volti della povertà in carcere” (Editrice EDB), con testi di Rossana Ruggero e fotografie di Matteo Pernaselci.

Una storia di impegno e umanità


«La nostra storia registra una presenza attiva nella cura dentro le mura del carcere di Cuneo – ha ricordato Piergiovanni Ramasco-Vittor, presidente della San Vincenzo cuneese –. Già nel 1952 i confratelli facevano visite quindicinali ai carcerati; nel 1954 portarono cibo e bevande per il Martedì Grasso e, nel 1955, organizzarono un pranzo per tutti i detenuti, serviti dai Vincenziani».

Con il trasferimento nel nuovo carcere del Cerialdo, le visite dirette si sono interrotte, ma l’impegno non è mai venuto meno. Oggi la San Vincenzo opera attraverso convenzioni con il Tribunale e con l’Uepe (Ufficio Esecuzione Penale Esterna), offrendo accoglienza e lavori di pubblica utilità, oltre a collaborare con enti e associazioni che operano nelle carceri di Cuneo, Fossano e Saluzzo.

Un impegno di solidarietà e dignità che continua, come ha sottolineato Ramasco-Vittor, «nel segno dell’ascolto, del rispetto e della cura delle persone, anche e soprattutto quando si trovano dietro le sbarre».

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