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Un detenuto di 61 anni, con problemi motori e fragilità psicologiche, ha denunciato di essere stato vittima di violenza sessuale all’interno della casa circondariale di Cuneo. L’uomo, recluso per reati contro il patrimonio, ha riferito di aver subito minacce e coercizioni da parte del compagno di cella, un detenuto di origine africana che ricopriva il ruolo di piantone, cioè incaricato di assisterlo nelle attività quotidiane.
La vicenda è emersa quando il 61enne, profondamente scosso, ha confidato quanto accaduto alla psicologa del carcere. Trasferito in ospedale per accertamenti, il 20 novembre ha formalizzato la denuncia presso il Dipartimento di emergenza dell’ospedale “Santa Croce e Carle” di Cuneo. La Procura ha confermato l’apertura dell’indagine.
Dopo la segnalazione, i due detenuti sono stati separati e posti in isolamento. I fatti si sarebbero verificati nel padiglione Gesso, un reparto a sorveglianza dinamica dove le celle restano aperte per alcune ore al giorno e dove un solo agente deve controllare tre piani. In quell’area, secondo alcune testimonianze, si sarebbero già verificati episodi di aggressione.
La vigilanza risulta ulteriormente complicata dalla parziale inefficienza delle telecamere presenti.
Il segretario generale dell’Osapp, Leo Beneduci, definisce l’accaduto una “grave sconfitta dello Stato” e denuncia condizioni critiche nella struttura: sovraffollamento, carenza di personale, disorganizzazione e una gestione ritenuta insufficiente.
Beneduci sottolinea come nei turni notturni un solo agente debba vigilare su tre piani detentivi e sollecita interventi urgenti, tra cui il rafforzamento dell’organico e una maggiore presenza dei responsabili all’interno dell’istituto.
L’indagine della Procura dovrà ora chiarire quanto accaduto e accertare eventuali responsabilità.