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È stato attivato ad Alba il Tavolo Territoriale Carcere dedicato alla Casa di Reclusione “G. Montalto”, promosso dal CSV Società Solidale ETS in collaborazione con il Comune di Alba, attraverso l’assessorato alle Politiche Sociali guidato da Donatella Croce e il Garante comunale dei detenuti Emilio De Vitto.

L’iniziativa mira a mettere in rete tutti gli attori che operano intorno al carcere albese – enti pubblici, associazioni, istituti scolastici e realtà del terzo settore – per sviluppare progetti concreti di inclusione e miglioramento delle condizioni di vita dei detenuti e degli operatori, promuovendo al contempo una maggiore sensibilizzazione della cittadinanza sui temi legati alla detenzione.

Il primo incontro si è tenuto il 30 settembre nella Sala Consiglio “Teodoro Bubbio” del Municipio, alla presenza del sindaco Alberto Gatto, dell’assessora Croce, del garante De Vitto, dei consiglieri delegati Martina Amisano ed Emanuele Bolla, del direttore della Casa di Reclusione Nicola Pangallo e di numerosi rappresentanti del mondo del volontariato, dell’istruzione, della sanità e delle istituzioni.

Le operatrici del CSV, Samanta Silvestri e Silvia Battaglio, hanno illustrato le finalità del tavolo, che si inserisce nel progetto “Liberi Legami”, sostenuto da Impresa Sociale Con i Bambini nell’ambito del Fondo per il contrasto alla povertà educativa minorile. Il progetto si propone di tutelare i diritti di circa 500 bambini e ragazzi con un genitore detenuto, offrendo percorsi educativi e di inclusione.

«Questa collaborazione – dichiarano il sindaco Gatto e l’assessora Croce – porterà nuove idee e sinergie per migliorare la permanenza dei detenuti e accompagnare la trasformazione della struttura, che potrebbe essere destinata in futuro a un trattamento avanzato con una forte vocazione lavorativa e formativa, in sinergia con il mondo imprenditoriale».

Il garante De Vitto ha aggiunto: «Il tavolo rappresenta un’occasione concreta per favorire una collaborazione più efficace tra pubblico e privato sociale, nell’interesse delle persone detenute e della comunità».

L’iniziativa si inserisce in una rete più ampia che coinvolge dieci istituti penitenziari piemontesi, tredici enti del terzo settore e l’Ufficio Interdistrettuale di Esecuzione Penale Esterna di Torino, con l’obiettivo di promuovere un approccio educativo e rieducativo condiviso e sostenibile.

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