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Da domenica sera non si hanno più notizie di un escursionista cuneese di 63 anni, A.B., partito al mattino per un lungo itinerario verso il rifugio Pagarì, nell’alta valle Gesso. L’ultimo messaggio ai familiari è arrivato intorno alle 19: l’uomo scriveva di trovarsi in discesa, a circa tre ore dal parcheggio dove aveva lasciato la moto. Poi, il silenzio.
Non vedendolo rientrare, i parenti hanno dato l’allarme a mezzanotte. Subito una decina di tecnici del Soccorso alpino e speleologico piemontese, affiancati dai colleghi della Guardia di finanza e dai Vigili del fuoco, hanno iniziato a battere i principali sentieri della zona. La moto è stata ritrovata a San Giacomo d’Entracque, ma dell’escursionista nessuna traccia.
Ieri mattina le ricerche si sono intensificate con una trentina di uomini, supportati dal servizio regionale di elisoccorso di Azienda Zero Piemonte, che ha trasportato le squadre in quota tra il rifugio Pagarì e il bivacco Moncalieri. L’elicottero della Guardia di finanza ha sorvolato l’area utilizzando la tecnologia Imsi Catcher per cercare segnali dal telefono cellulare dell’uomo.
Vista la vicinanza al confine, è stato coinvolto anche il Soccorso alpino francese, che ha esteso le verifiche nelle zone di valle dei colli delle Finestre e Saint Robert, ipotizzando un possibile transito oltre frontiera. Nonostante gli sforzi, la giornata si è conclusa senza risultati. Le ricerche riprenderanno oggi.
L’episodio conferma la difficoltà della stagione estiva sulle montagne piemontesi. Da giugno a metà agosto, il Soccorso alpino regionale ha già effettuato 654 interventi, con 415 feriti e 37 vittime, numeri in netto aumento rispetto al 2024. La provincia di Cuneo, in particolare, ha registrato negli ultimi due mesi 7 morti, decine di feriti e oltre 100 operazioni di soccorso.